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Non vogliamo essere NEET

2019-02-07 05:00

redazione

Apertura, News&Politics, #giovani, disoccupazione, formazione, governo regionale, lavoro, ministero, neet, università,

Non vogliamo essere NEET

Hai finito gli studi e da questa terra non te ne vuoi proprio andare.Hai provato a cercare lavoro, ma non hai trovato quello che cercavi. Hai alte c

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Hai finito gli studi e da questa terra non te ne vuoi proprio andare.


Hai provato a cercare lavoro, ma non hai trovato quello che cercavi. Hai alte competenze e qui non premiano.


O magari ti avranno proposto un contratto in finto part-time: lavoravi 12 ore al giorno ma avevi un contratto da due. O forse lavori in nero con la promessa di un contratto. Magari in uno studio professionale e devi "ringraziare" per il tempo che il tuo "capo" dedica alla tua formazione insegnandoti - pensa un po' - a fare fotocopie.


O forse, ancora, di esperienza ne hai già maturata tanta e sei "troppo competente". E spaventi, non sei manipolabile.


Il succo, alla fine, è che ti sei rotto. Anche di cercarlo il lavoro. 


Forse non lo sai ma la tua condizione ha un nome. Sei un NEET. Come te la metà dei giovani siciliani tra i 25 e i 35 anni.


Da facebook vi proponiamo la riflessione di Federico Scalisi, senatore accademico dell'Università di Catania.


Perché? Per lanciare un tema di riflessione: cosa cambiare nella formazione universitaria e professionale? Come fare per rendere più semplice il passaggio dalla scuola al lavoro?


Dicci la tua!


 


"La metà dei giovani siciliani tra i 25 e i 34 anni non studia, non lavora e non è impegnato in alcun percorso di formazione o di tirocinio. È il dato sui cosiddetti "Neet" - dall’inglese no studio, no lavoro e no formazione - riferito al 2017, pubblicato sulle tabelle Eurostat, il peggiore tra le regioni europee.


I dati parlano chiaro, ma aspettiamo ancora risposte mai ricevute da chi avrebbe il dovere di darle.


Il Futuro è una priorità, deve essere garantito il diritto di avere tutti i mezzi possibili per costruirlo e programmarlo, perché la nostra Regione non può rimanere ferma davanti a tutto ciò, nell'indifferenza totale degli ultimi governi regionali e locali.


La Regione Siciliana, competente in materia di formazione professionale e istruzione, le università e gli enti locali devono necessariamente fare squadra e raggiungere questo obiettivo.


Nelle altre regioni qualcosa si muove, forse anche più di qualcosa, e la politica, non solo quella territoriale, ha saputo investire risorse e offrire un impegno concreto per i giovani.


La colpa è anche nostra quando, negli organi di rappresentanza studentesca di cui facciamo parte, non riusciamo a proporre o a collaborare con gli uffici competenti, per cercare di portare avanti soluzioni e nuove opportunità per i nostri coetanei.


Durante un incontro privato avuto nelle scorse settimane con il Prof. Valditara, Capo del Dipartimento per la Formazione Superiore e la Ricerca del MIUR Social, ho ribadito la necessità che lo Stato faccia la sua parte, rispettando le autonomie locali e universitarie, ma monitorando sempre gli enti preposti e facendo sentire la sua presenza, soprattutto al sud, dove spesso manca.


Al Presidente della Regione Siciliana On. Nello Musumeci e al Prof. Roberto Lagalla Assessore Regionale all'Istruzione e alla Formazione Professionale, lancio un appello: date priorità ai giovani perchè sono il futuro di questa bellissima terra, sono la speranza e la forza dei nostri territori. Ascoltate le nostre richieste, le nostre idee, quelle delle associazioni studentesche, dei rappresentanti degli studenti e delle categorie professionali e non.


Dal Sud dobbiamo rilanciare il nostro Paese e un aspetto che mi rincuora è che tanti giovani, compreso il sottoscritto, hanno deciso di provarci e ci tengono davvero al proprio futuro e a quello delle loro comunità".


Federico Scalisi


Senatore Accademico