
I giovani di oggi non vogliono lavorare perché preferiscono diventare star dei social. Sarà vero? Forse no…
Stando ad una ricerca condotta dal magazine di adv e marketing Spot and Web su un campione di 650 giovani tra i 19 e i 28 anni risulta infatti che il fascino dell’influencer si sta affievolendo tra i giovani italiani. I motivi sono vari e prescindono dall’interesse verso gli influencer veri e propri. Nel senso, che nei ragazzi è ancora molto diffusa l’attività di seguire tramite i social network persone alla quale più o meno vorrebbero assomigliare o che ammirano, ma ciò che è cambiata è l’idea di “buttarsi” in questo mondo in maniera professionale. Ovvero, finché si usano i social per svago ok, ma vederli come principale forma di guadagno o professione principale no.
Ma perché nonostante la popolarità di Instagram e Tik Tok e all'espansione del marketing digitale nei giovani sta diminuendo il desiderio di diventare influencer?
Il primo motivo sembra essere proprio nella quantità stessa di influencer che si trovano in rete. Il numero è cresciuto in modo esponenziale negli ultimi anni, rendendo il mercato quasi saturo. Questo i giovani lo percepiscono e riconoscono che è diventato sempre più difficile emergere e conquistare la fiducia del pubblico.
Oltre alla quantità di tiktoker c’è anche la qualità dei contenuti sponsorizzati: molti giovani considerano i messaggi promozionali in maniera negativa, meno sinceri e più simili alla pubblicità tradizionale, così come chi li sponsorizza. Sta probabilmente aumentando la preferenza verso persone “meno perfette” e si ricercano adesso le “ragazze della porta accanto”.
Altro motivo, non meno incisivo, riguarda i recenti tracolli di star come Chiara Ferragni e Co. dopo gli scandali noti a tutti, che hanno contribuito a innescare nei giovani una sorta di “idea di instabilità”, dove oggi puoi essere un VIP ammirato da tutto il mondo e l’indomani toccare il fondo.
C’è da dire comunque che non tutti la pensano così. Molti ragazzi aspirano ancora oggi a diventare influencer, perché vedono in questa attività una buona opportunità, ma è probabilmente adesso considerata più una seconda professione, un modo per arrotondare, a meno che non si abbia davvero qualcosa in più rispetto agli altri.
Lo dimostra il fatto che secondo l’indagine di Spot and Web adesso il mestiere di influencer è scivolato al 4° posto tra le professioni più ambite dai giovani (mentre fino a qualche anno fa oscillava tra il 1° e il 2° posto). E allora quali sono i mestieri più desiderati?
Secondo la ricerca al primo posto c’è il medico (scelto dal 19% degli intervistati), seguito dall’insegnante (17%) e dall’esperto di sicurezza informatica (15%). Un settore quest’ultimo in forte espansione a causa dell’aumento degli attacchi hacker. Seguono al 4° posto come abbiamo detto gli influencer (13%), mentre al quinto si colloca l’ingegnere di intelligenza artificiale (11%), figura che sviluppa sistemi di IA con stipendi fino a 6.000 euro al mese.
Completa la top ten il consulente di viaggi (8%), favorito dalla ripresa del turismo, e l’installatore di impianti fotovoltaici (7%), trainato dalla transizione ecologica. Chiudono la classifica il responsabile retail (4%), lo specialista di marketing (2%) e l’autista di mezzi pubblici (1%).
Dunque nonostante i tanti anni di studio da intraprendere e i bassi stipendi, i “posti fissi” sono ancora tra i più appetibili tra i giovani. Dati che ci fanno capire che di base ciò che considerano importante i ragazzi è la stabilità lavorativa, un valore che, soprattutto in un contesto economico incerto, assume un peso rilevante nelle decisioni. Un altro elemento che rende attraente le professioni del medico e del docente è la possibilità di svolgere un lavoro percepito come socialmente utile. Il medico infatti viene visto come quello che può salvarti la vita e l’insegnante come quello che ti trasmette le conoscenze e contribuisce alla formazione delle nuove generazioni.
Ma se medico e insegnante restano in auge tra i giovani, che fine hanno fatto le altre professioni che non rientrano nella top ten vista prima?
Fuori dalla classifica ci sono gli artigiani, i parrucchieri, gli impiegati nel settore della ristorazione, i commessi dei negozi, gli operatori delle forze dell’ordine e molti altri.. Probabilmente queste professioni non attraggono più sia per l’impegno eccessivo, sia proprio per la mancanza di stabilità lavorativa di cui parlavamo prima.
Come si può pensare che un ragazzo desideri lavorare presso una struttura che gli offre un contratto a tempo determinato, una busta paga che non corrisponde alle ore lavorative effettive e uno stipendio basso?
Certamente investire in stipendi più adeguati e contratti più stabili potrebbe rappresentare una leva essenziale per rendere appetibili questi lavori e far diminuire ancora di più l’idea di diventare influencer. Perché non c’è da sorprendersi che se lavoro non ce n’è (e se c’è, non è ben retribuito) i giovani preferiscano entrare nel mondo dei social. Un mondo che può facilmente far scattare l’ambizione della popolarità e dei guadagni facili, ma che ci mette un attimo a smontare i sogni e a far cadere in depressione chi non diventa ciò che sperava.