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Verso il Conclave: che tipo di Chiesa e di Papa vogliono oggi i giovani?1° Maggio: Una festa per i lavoratori ma non per i giovani. L’Italia agli ultimi posti in Europa per occupazione giovanile.Malattie rare: il 70% dei pazienti è under 14. E a Catania si torna a donare per la ricerca con la Walk of Life di Telethon.Giornata internazionale della Danza: una disciplina sottovalutata che però contribuisce a migliorare l’apprendimento nei ragazzi.Giornata Mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro: denunce di infortunio in calo tra gli adulti, ma aumentano quelle tra gli studenti.L’ultimo abbraccio a Papa Francesco, il Pontefice che sapeva parlare ai giovani.

Coordinatore di Redazione

Valerio Saitta

1° Maggio: Una festa per i lavoratori ma non per i giovani. L’Italia agli ultimi posti in Europa per occupa

2025-05-02 06:00

Valerio Saitta

Apertura, attualità,

1° Maggio: Una festa per i lavoratori ma non per i giovani. L’Italia agli ultimi posti in Europa per occupazione giovanile.

Ieri come ogni anno grande festa in occasione dell’1 Maggio. Un giorno che viene celebrato per ricordare tutte le lotte per i diritti dei lavoratori,

Ieri come ogni anno grande festa in occasione dell’1 Maggio. Un giorno che viene celebrato per ricordare tutte le lotte per i diritti dei lavoratori, ma che per i ragazzi viene visto forse con un’ottica diversa. Infatti se da un lato abbiamo i giovani “troppo giovani per lavorare”, dall’altra ci sono “i giovani troppo disoccupati per festeggiare”. 

 

O meglio, forse per i secondi si festeggia ugualmente, l’1 Maggio viene preso come un giorno libero in cui ci sono nelle piazze diversi eventi e concerti e ci si può divertire tutto il giorno. Balli, musica, sport e tanto altro, ma quello che manca è certamente il significato originario per il quale si festeggia. Questo vale per i ragazzi più grandi, in età “occupabile”. Per tutti gli altri invece, ovvero i giovanissimi studenti di scuola, il primo Maggio è semplicemente un giorno di vacanza.

 

Forse una riflessione più attenta andrebbe fatta nelle scuole? Si dovrebbe parlare di più di questa giornata? Forse…


Ma forse c’è un’altra verità, ovvero quella che i ragazzi non hanno molta fiducia nelle politiche per il lavoro. Nonostante alcuni progressi infatti il binomio giovani-lavoro fa molta fatica a decollare. Il dato sull’occupazione giovanile in Italia è impietoso: gli ultimi dati, che risalgono allo scorso anno, parlano infatti di un 18,7% di ragazzi disoccupati nella fascia d’età 25-34 anni. Una percentuale che ci rende tra i peggiori in Europa per quanto riguarda il mercato del lavoro giovanile. La disoccupazione femminile, stabile al 7,3%, rappresenta il terzo valore più elevato in Europa.

Numeri che certamente i ragazzi “percepiscono”, soprattutto in Sicilia e nel Sud Italia. Da mesi raccogliamo lamentele di giovani che affermano di non essere per nulla soddisfatti dei contratti di lavoro che hanno. L’Osservatorio Jobiri con il rapporto "In cerca di futuro: quali sono gli ostacoli per i giovani nella ricerca del lavoro", ha esaminato le difficoltà di 1.100 giovani tra i 18 e i 29 anni nel trovare un’occupazione, attraverso un questionario online somministrato tra gennaio e dicembre 2024.

Ciò che emerge è che i giovani in Italia si percepiscono isolati nella ricerca di un'occupazione. A dichiararlo è il 77% di loro. Questo problema coinvolge sia le istituzioni sia i servizi di orientamento, che spesso non riescono a fornire strumenti efficaci per affrontare le sfide del mercato del lavoro.

Una mancanza di supporto che non fa bene psicologicamente: il 68% di loro ha affermato infatti di affrontare questa fase di ricerca dell’occupazione con sentimenti di insicurezza e timore. Questa condizione emotiva, spesso aggravata dalla mancanza di riscontri positivi, porta molti candidati a perdere fiducia nelle proprie capacità. 

Oltre all’ansia, un problema rilevante riguarda la difficoltà nel presentare correttamente le proprie esperienze professionali e formative. L’89% dei giovani non sa come valorizzare il proprio curriculum e affrontare un colloquio in modo efficace. Questa lacuna influisce direttamente sulle possibilità di successo, impedendo a candidati validi di emergere nel mercato del lavoro.

Anche l’utilizzo dei social professionali rappresenta un punto critico: il 72% dei giovani ha profili LinkedIn poco curati o non aggiornati, limitando così le opportunità di networking e di essere individuati dai selezionatori.
Anche quando però i curriculum sono aggiornati altro problema è ciò che c’è nei curriculum: molti titoli, ma poca esperienza sul campo. 

Molti ragazzi denunciano il fatto che trovare lavoro è difficile perché le aziende spessissimo cercano “persone qualificate e con esperienza”. Ma come fa un ragazzo appena laureato ad avere esperienza se finora a passato i suoi anni a formarsi?

Insomma c’è una carenza formazione pratica generale che penalizza i giovani. Molti di loro completano il percorso di studi senza acquisire competenze concrete e spendibili nel mercato del lavoro. Questa lacuna rende più ardua l’integrazione professionale, aumentando il senso di smarrimento e incertezza tra chi si affaccia al mondo del lavoro.