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Coordinatore di Redazione

Valerio Saitta

L’ultimo abbraccio a Papa Francesco, il Pontefice che sapeva parlare ai giovani.

2025-04-26 00:00

Valerio Saitta

Apertura, attualità,

L’ultimo abbraccio a Papa Francesco, il Pontefice che sapeva parlare ai giovani.

Oggi 26 Aprile, in occasione dei funerali di Papa Francesco, noi di SudLife abbiamo voluto scrivere un pezzo a lui dedicato, senza distaccarci però da

Oggi 26 Aprile, in occasione dei funerali di Papa Francesco, noi di SudLife abbiamo voluto scrivere un pezzo a lui dedicato, senza distaccarci però dalla linea che ci caratterizza: quella di parlare ai giovani e capirne di più sul loro mondo. E scrivere un articolo che unisce il Santo Padre al mondo dei giovani non ci è venuto certo difficile. Del resto Bergoglio è stato uno dei pochi Pontefici capaci di entrare pienamente in sintonia con loro, forse meglio di chiunque altro. 

È stato in questo certamente aiutato dal periodo storico: nell’era di internet 3.0 e 4.0 era inevitabile che sarebbe diventato il primo Papa a comunicare a 360° anche attraverso i social, a utilizzare tutti i canali audiovisivi per parlare alle nuove generazioni. 
Poi c’è anche il suo lato caratteriale: Francesco era simpatico, amava scherzare, preferiva esprimersi con un linguaggio semplice anziché con un linguaggio complesso caratterizzato da frasi teologiche difficili da interpretare.. tutti riuscivano a capirlo. 

E le frasi venivano sempre espresse con un tono di voce bassissimo, quasi impercettibile, come se l’umiltà e la pacatezza venissero prima di ogni altra cosa. Era difficile vederlo e pensarlo arrabbiato. 
Per tutto il suo Pontificato ha mantenuto un atteggiamento mite, rivolgendosi ai più deboli: dai poveri agli immigrati, dalle donne vittime delle violenze degli uomini ai discriminati dalla società. E un’attenzione particolare l’ha sempre avuta verso i ragazzi, che non sono di certo la parte “forte” della società. 

Proprio per tutte queste cose Francesco è stato molto amato dagli under 30 di tutto il mondo, che avevano deciso di aderire in massa al Giubileo e alla Giornata Mondiale della Gioventù ben prima di sapere che si sarebbe ammalato. Segno che il suo carisma aveva colpito grandi e piccoli.

Ma come parlava Papa Francesco ai giovani?
Vogliamo proporvi e commentare alcune delle frasi che più ci sono piaciute e che secondo noi sono anche le più significative:
“Cari giovani, non rinunciate ai vostri sogni, non lasciatevi rubare la speranza. Abbiate il coraggio di essere felici!”. Su questa frase, pronunciata in occasione della GMG di Cracovia del 2016, ci sarebbero da aprire capitoli interi. Oggi molto spesso i giovani si accontentano. Sono talmente scoraggiati dalla società che rinunciano a ciò che vorrebbero fare per una vita piatta e senza stimoli. Francesco non vuole vederli arrendersi.
Tema ribadito anche lo scorso Novembre, nel corso dell’Udienza ai Membri del Consiglio Nazionale dei Giovani: “Per favore, non perdete la capacità di sognare: quando un giovane perde questa capacità, non dico che diventa vecchio, no, perché i vecchi sognano. Diventa un ‘pensionato della vita’. È molto brutto. Per favore, giovani, non lasciatevi rubare la speranza! Mai! La speranza non delude mai!”.

Parlando di scuola ricordava la prima maestra avuta a sei anni e l’inizio della carriera da docente a Buenos Aires: "Io amo la scuola. L'ho amata da alunno, da studente e da insegnante. La amo perché è sinonimo di apertura alla realtà. Almeno così dovrebbe essere! Ma non sempre riesce ad esserlo lo è, e allora vuol dire che bisogna cambiare un po’ l’impostazione. Andare a scuola significa aprire la mente e il cuore alla realtà, nella ricchezza dei suoi aspetti, delle sue dimensioni. E noi non abbiamo diritto ad aver paura della realtà! Andare a scuola significa aprire la mente e il cuore alla realtà, nella ricchezza dei suoi aspetti, delle sue dimensioni. E questo è bellissimo!”. 
In una società che fatica a trovare punti di riferimento è necessario che i giovani trovino nella scuola un riferimento positivo. Essa può esserlo se al suo interno ci sono docenti che riescono a costruire una relazione educativa con ciascuno studente. “Per trasmettere contenuti è sufficiente un computer – continuava - per capire come si ama, quali sono i valori, e quali le abitudini che creano armonia nella società ci vuole un buon insegnante”.

E a proposito di studenti, i pensieri di Bergoglio sono stati anche qui verso i più fragili: "Vi chiedo di amare di più gli studenti ‘difficili’, quelli che non vogliono studiare, quelli che si trovano in condizioni di disagio, i disabili e gli stranieri, che oggi sono una grande sfida per la scuola. E ce ne sono di quelli che fanno perdere la pazienza. Gesù direbbe: se amate solo quelli che studiano, che sono ben educati, che merito avete?".

Poi il rifiuto verso ogni tipo di sperimentazione educativa con i ragazzi: “Con i bambini e i giovani non si può sperimentare. Non sono cavie da laboratorio! Gli orrori della manipolazione educativa che abbiamo vissuto nelle grandi dittature genocide del secolo XX non sono spariti; conservano la loro attualità sotto vesti diverse e proposte che, con pretesa di modernità, spingono i bambini e i giovani a camminare sulla strada dittatoriale del ‘pensiero unico’. Mi diceva un grande educatore: ‘A volte, non si sa se con questi progetti (riferendosi a progetti concreti di educazione) si mandi un bambino a scuola o in un campo di rieducazione”.

Un’ultima frase che vogliamo ricordare è quella che ha pronunciato nei confronti di genitori e figli: "Maternità e paternità sono dono di Dio, ma accogliere il dono, stupirsi della sua bellezza e farlo splendere nella società, questo è il compito dei genitori. Ognuno dei vostri figli è una creatura unica che non si ripeterà mai più nella storia dell’umanità. Quando si capisce questo, ossia che ciascuno è stato voluto da Dio, si resta stupiti di quale grande miracolo sia un figlio!". Segno di quanto per il Papa sia fondamentale la famiglia per aiutare i ragazzi nel loro percorso di crescita.

 

Dopo l'ultimo saluto in Piazza San Pietro, da domani per la Chiesa si apre la delicata fase in cui si dovrà decidere il successore. La vera sfida adesso sarà questo: capire se continuare sulle orme di Francesco, continuando a dare un'impostazione innovativa rivolta ai giovani o meno.