
In un particolare periodo storico come quello che stiamo affrontando, ritengo quasi doveroso raccontare e dare testimonianza della società contemporanea, anche attraverso l’espressione artistica. L’arte ha sempre avuto l’arduo compito di testimoniare la presenza, il pensiero e l’espressione dell’uomo fin dalla sua comparsa sulla terra. In questi giorni, caratterizzati dall’incertezza, l’arte gioca un ruolo chiave. È un momento dell’esistenza umana in cui siamo tutti “connessi” tra noi, ma dobbiamo stare a un metro di distanza, e persino qualcosa di apparentemente banale come un abbraccio, oggi è desiderato da tutti. L’arte, in questo periodo, ha il compito di filtrare le emozioni e gli stati d’animo della società dei nostri giorni e di imprimerli in eterno, affinché restino come testimonianza per le generazioni future. Che sia una foto, un dipinto o un pensiero scritto poco importa. I mezzi d’espressione sono infiniti, proprio come lo sono i modi di interpretare gli stati d’animo. Sono parecchie le iniziative artistiche, a livello globale e locale, che si stanno portando avanti in questi mesi. Alcune sono personali, come ad esempio il diario visivo ai tempi del Corona virus a Catania che curo da un po’. Altre invece sono portate avanti da realtà locali, come nel caso della fondazione OELLE, che con l’ausilio dell’Accademia di belle arti di Catania, ha avviato un progetto chiamato “Sine Die” con l’obbiettivo di produrre una piattaforma on-line che ospiterà un archivio fotografico costituito da foto selezionate attraverso un contest rivolto a fotografi e visual artist. Il fondo fotografico diverrà utile per raccogliere da diverse angolazioni testimonianze di questi mesi terribili. Ho trovato particolarmente interessante il progetto artistico “#Restart” portato avanti da Jacopo Genuardi e da Vimove, un progetto di ricerca e sviluppo all’interno dell’agenzia video Visualizer nel campo della produzione video e della generazione di contenuti per il web. #Restart è il primo esperimento sociale globale di creazione di un film-documentario, realizzato da un network di giovani filmmakers di tutto il mondo, con il supporto di persone e cittadini che abbiano voglia di contribuire raccontando una storia. L’obbiettivo del progetto è diventare il più grande documentario condiviso per raccontare come la pandemia sul covid-19 cambierà la vita di tutti noi. I video-racconti provenienti da tutto il mondo seguiranno un percorso narrativo e comporranno un film documentario di grande impatto visivo ed emotivo. [caption id="attachment_19567" align="alignleft" width="174"] Scambiando quattro chiacchiere con Jacopo Genuardi, CEO di Vimove, ho tentato di capire la mission del progetto. Ne riporto le parole. Non c’è dubbio che il progetto portato avanti da sia tanto ambizioso quanto estremamente interessante dal punto di vista documentaristico e artistico.Il punto forte del progetto, a mio parere, è proprio la sua .Il fatto che sia aperto a chiunque abbia voglia di esprimersi, di raccontare questo periodo storico o semplicemente magari di dire qualcosa, sottolinea la globalità d’espressione. Jacopo Genuardi, CEO Vimove.[/caption]
Vimove
universalità

Ogni uomo presente sulla terra può potenzialmente diventare un’artista che partecipa al più grande documentario visivo realizzato ai tempi del Covid-19.Ciò che colpisce particolarmente è lo sviluppo delle del progetto. Da un lato il dramma estemporaneo, ovvero, tutto ciò che stiamo vivendo oggi in ogni angolo della terra: e le paure legate ad un repentino cambiamento degli stili di vita. Dall’altro : il ritorno alla libertà, , ci auguriamo, in positivo.D’altronde l’ è questo: che dall’immensa crisi economica e di identità scaturita dall’emergenza Covid-19, la malata e moribonda di oggi possa
fasi narrative
le libertà violate, i dolori
la rinascita
le consapevolezze nuove e il cambiamento
auspicio
società
risorgere nel migliore dei modi.