
Oggi è la Giornata Mondiale Contro l’Omofobia, la Bifobia e la Transfobia; o IDAHOBIT, per utilizzare l’acronimo statunitense. Deve far riflettere il fatto che questa ricorrenza esista da appena sedici anni, segno di come un tema tanto importante sia stato trascurato anche in tempi recenti, nel terzo millennio. Deve far riflettere che al mondo esistono 196 Stati e che questa giornata venga celebrata solamente in 130 di essi: questo vuol dire che più del 33% del globo ritiene ancora l’amore un reato.Senza andare troppo lontano, parlando di massimi sistemi e ovvietà, vorrei festeggiare questa Giornata Mondiale Contro l’Omofobia, la Bifobia e la Transfobia, raccontando una storia molto vicina a noi, almeno geograficamente.Siamo nel 1938, in pieno regime fascista, appena undici anni dopo la promulgazione del Codice Rocco, che condanna ufficialmente l’omosessualità come reato. L’allora prefetto della città di Catania prese alla lettere le leggi fasciste, affermando di voler “contenere qualsiasi aberrazione sessuale che offende la morale e che risulta disastrosa per la salute pubblica e il miglioramento della razza”.Il risultato? Quarantacinque concittadini accusati di omosessualità furono arrestati e confinati sull’isola di San Domino, nell’arcipelago delle Tremiti, a più di 600Km da casa.“Li chiamavano «le bimbe»”, riferiscono alcuni isolani e altri affermano che ogni sera, alle otto in punto, una campana risuonava per tutta l’isola, indicando a quegli uomini di rientrare nei loro dormitori, nelle loro celle, perché la polizia era in procinto di svolgere la propria ronda serale. Se li avessero trovati fuori per loro sarebbero stati guai molto seri.Alcuni abitanti anziani del luogo azzardano addirittura che involontariamente il fascismo avesse creato una delle prime comunità omosessuali nel mondo, un luogo dove questi esseri umani potevano essere sé stessi, senza vivere nell’ombra, senza nascondersi. Tuttavia, alcune lettere inviate da un detenuto catanese alla curia catanese, rendono chiaro come questo confino fosse per alcuni motivo di vera umiliazione. Quando nel 1939 il carcere venne smantellato, alcuni detenuti furono trasferiti ad Ustica e Lampedusa, mentre altri vennero rispediti nelle loro terre natie e costretti a vivere in un perenne stato di arresto domiciliare.Oggi sono passati ottantadue anni da questa triste pagina di storia nostrana e sembra quasi che quelle quarantacinque anime siano state dimenticate. La Giornata Mondiale Contro l’Omofobia, la Bifobia e la Transfobia deve servire proprio a non scordare mai chi ha sofferto ingiustamente, chi è stato vittima di abusi e discriminazioni e chi per tutta la vita è stato costretto a sentirsi sbagliato.L’amore è amore, l’amore è libertà e la libertà non deve, mai, essere incatenata.