
Catania è stata eletta Città italiana dei Giovani 2025. L'annuncio è stato dato ieri a Roma durante la cerimonia ufficiale di proclamazione dell'iniziativa promossa dal Consiglio Nazionale dei Giovani, in collaborazione con il Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, insieme all'Agenzia Italiana per la Gioventù.
Il capoluogo etneo l’ha spuntata su Pisa e Torino, le altre due città finaliste, grazie al progetto intitolato “Nict Nact / VolcaNict” e prende il posto di Potenza, vincitrice lo scorso anno.
Un riconoscimento che premia il coraggio di investire nei giovani della città. Il progetto punta infatti a far diventare Catania un laboratorio di creatività e sviluppo sostenibile e di valorizzare le competenze dei giovani attraverso il dialogo tra istituzioni, aziende e territorio, favorendo l'imprenditorialità, l'inclusione sociale e la trasformazione digitale attraverso la creazione di hub tecnologici.
Alla cerimonia hanno preso parte il Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, la Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani, Maria Cristina Pisani, e la Presidente dell'Agenzia Italiana per la Gioventù, Federica Celestini Campanari. “Il riconoscimento è uno strumento fondamentale per far sì che le città si impegnino a investire sulle capacità, potenzialità e abilità dei ragazzi – commenta Abodi - Il progetto di Catania ha prevalso grazie alla sua visione coraggiosa e lungimirante e il fatto che a vincere sia stata ancora una volta una città del Sud aggiunge significato e importanza”.
In serata è arrivata anche il commento dell'On. Ignazio La Russa: "Desidero congratularmi con la 'mia' Catania. Visione e collaborazione tra istituzioni, imprese e territorio, restituiranno ai giovani di questa città e non solo il protagonismo che meritano nel futuro della nostra Nazione".
Dunque tutto rosa e fiori per la nostra città viene da pensare. Macché…
La verità è che i giovani scappano da Catania. La città offre divertimento e poco altro. È bello passeggiare per il centro storico, è stupendo il fatto di trovarsi in mezzo tra il mare e il vulcano più alto d’Europa. È bello il folclore di alcune feste, è buono il cibo. Insomma è il luogo ideale dove andare magari a trascorrere le vacanze estive, ma non è certo una città dove si può vivere. I ragazzi possono girarsi dall’altra e far finta di non vedere fino ad un certo punto il fatto che in città dilagano criminalità, ignoranza, sporcizia e in certe zone persino anarchia. Primo o poi si fanno i conti con le cose importanti…ed è qui che si decide di andare altrove.
Lo dimostra il fatto che secondo i dati Istat negli ultimi 30 anni le tre più grandi città metropolitane del sud Italia, ovvero Napoli, Palermo e appunto Catania, hanno perso complessivamente un milione e mezzo di giovani.
La Sicilia si colloca al secondo posto tra le regioni italiane per quanto riguarda l'emigrazione giovanile, a causa delle notevoli difficoltà nell'accesso al mercato del lavoro.
E lo scorso si attestava al terzo posto in Italia come tasso di disoccupazione, con il 27,7% dei giovani tra i 18 e i 29 anni senza lavoro. Peggio della Sicilia solo la Calabria al 31,4 e la Campania al 30,1%.
Ogni anno, circa 50mila giovani lasciano la Sicilia non solo perché non riescono a trovare lavoro, ma anche perché, quando lo trovano, spesso è mal retribuito e privo di prospettive di carriera.
Nella nostra città continuano ad esserci molti contratti a tempo determinato o a progetto, si fanno più ore di quanto pattuito, non vengono spesso pagati gli straordinari o i festivi, c’è lavoro in nero…
E per un ragazzo che vuol mettere su famiglia? Pensare di comprare casa è diventata un’utopia, perché i prezzi degli immobili sono saliti alle stelle e si fa fatica ad arrivare a fine mese.
Poi ok, chi fino a 40 anni sta a casa con i suoi genitori, non ha ancora un lavoro stabile, non si è magari nemmeno laureato, Catania rimane ancora una città piena di posti dove svagarsi, andare a fare aperitivo, ballare, divertirsi con locali aperti fino a tardi. Ma è questo che rende una città a misura di giovani?