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Valerio Saitta

Quando non avere figli è una scelta: in Italia sono sempre di più le famiglie DINK

2025-04-19 06:00

Valerio Saitta

Apertura, attualità, Lifestyle,

Quando non avere figli è una scelta: in Italia sono sempre di più le famiglie DINK

Si chiamano “DINK” le nuove coppie che si affacciano in questi primi decenni nel nuovo millennio. Negli scorsi giorni in questo articolo vi avevamo pa

Si chiamano “DINK” le nuove coppie che si affacciano in questi primi decenni nel nuovo millennio. Negli scorsi giorni in questo articolo vi avevamo parlato del forte calo di natalità nel nostro Paese, https://www.sudlife.it/blog-detail/post/267067/natalit%C3%A0-solo-118-figli-per-donna-nel-2024:-%C3%A8-il-valore-pi%C3%B9-basso-di-sempre-cos%C3%AC-molte-scuole-rischiano-la-chiusura, con 1,18 figli per donna nel 2024 e le scuole che chiudono perché hanno sempre meno alunni. 

Ebbene, oggi vi parliamo dei Dink, acronimo di “Double Income No Kids, ossia “doppio stipendio ma nessun figlio”. Sono coniugi o fidanzati che, nonostante stiano bene di salute, abbiano due entrate economiche e un tetto sotto il quale dormire, decidano per scelta di non avere bambini.

Il “modello Dink” non è esclusivamente italiano, ma rappresenta una tendenza globale. Negli Stati Uniti, per esempio, nel 2022, il 40% delle coppie sposate senza figli aveva due stipendi. Tale percentuale aumenta nella fascia d’età 35-44 anni, raggiungendo il 44%. Nel Regno Unito, un'indagine del 2020 ha rivelato che il 51% delle persone tra i 35 e i 44 anni non aveva figli e non intendeva averne. In Europa nel 2022, solo un quarto delle famiglie europee aveva figli. 

A cosa è dovuta la scelta delle coppie di oggi di non fare figli? C’è un egoismo di fondo personale, la poca voglia di fare rinunce, prendersi maggiori responsabilità, o i fattori sono da ricercare in circostanze esterne?

Secondo i sociologi un elemento significativo è sicuramente la situazione economica. Nonostante i due partner abbiano infatti i loro stipendi, spesso essi sono bassi e dietro non c’è un lavoro stabile (magari uno dei due o entrambi ha/hanno un contratto a tempo determinato o un lavoro stagionale).
A confermare ciò è il fatto che l'Italia è l'unico paese dell'area OCSE con salari reali stagnanti dal secolo scorso, con una crescita di solo l’1% tra il 1991 e il 2022. A questo si aggiungono l’aumento del costo della vita. È evidente che, in un contesto così incerto, le persone riflettono attentamente prima di decidere di avere un figlio.

Altro motivo è invece più “psicologico”: il momento di instabilità che sta vivendo il mondo crea nelle giovani coppie ansia e incertezza per il futuro. C'è una crescente preoccupazione per le sfide ambientali e sociali contemporanee, che porta molti giovani a preferire di non avere figli in un contesto che considerano rischioso.

Un altro aspetto è il cambiamento culturale: la scelta di non avere figli è ben definita. L'arrivo di una terza o quarta persona in famiglia, per quanto amata, cambierebbe in modo irreversibile lo stile di vita della coppia e ridurrebbe il budget disponibile per realizzare sogni di vario genere. Spesso, in modo più semplice, nessuno dei due desidera aggiungere stress alla propria vita, preoccupandosi per la sicurezza e il futuro di un’altra persona. Molte coppie oggi preferiscono ancora uscire con gli amici, viaggiare, concedersi qualche svago personale. Preferiscono insomma condurre ancora una “vita più leggera, spensierata”.

Un altro fattore determinante è il disequilibrio tra vita lavorativa e privata, con ritmi lavorativi sempre più intensi e poca attenzione al bilanciamento tra lavoro e vita privata, che costringe spesso le donne a dover scegliere tra carriera e famiglia, rappresentando un ulteriore fattore determinante. Molte madri lavoratrici si trovano a dover lasciare il lavoro a causa delle difficoltà nel conciliare famiglia e carriera, con un significativo impatto sulla loro situazione economica.

Questo scenario non contribuisce certo a migliorare la crisi demografica, che rimane un problema complesso con effetti a catena. Il calo delle nascite ha, infatti, conseguenze inevitabili sulla società nel suo complesso. Vi abbiamo già detto del problema delle molte scuole che si stanno chiudendo, ma l’invecchiamento della popolazione porta anche ad un aumento della spesa per le pensioni e l’assistenza sanitaria, a una diminuzione della forza lavoro e a un rallentamento della crescita economica. Inoltre, influisce profondamente sul tessuto sociale, modificando le relazioni tra le generazioni e mettendo a rischio la sostenibilità dei sistemi pensionistici.
I governi parlano da anni di questo problema, ma finora sia da Destra che da Sinistra poco si è fatto.