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Valerio Saitta

Troppe chiusure per allerte meteo: molte scuole stentano ad arrivare ai 200 giorni di lezione. E sul web impaz

2025-04-03 06:00

Valerio Saitta

Apertura, Scuola,

Troppe chiusure per allerte meteo: molte scuole stentano ad arrivare ai 200 giorni di lezione. E sul web impazza il “recupero in estate”.

250 giorni di scuola minimi per rendere valido l’anno scolastico: era solo un pesce d’aprile quello che La Tecnica della scuola ha inserito come notiz

250 giorni di scuola minimi per rendere valido l’anno scolastico: era solo un pesce d’aprile quello che La Tecnica della scuola ha inserito come notizia d’apertura nel suo sito martedì, ma in poche ore è diventato virale e ha scatenato un putiferio. La fake news era stata scritta bene: diceva che con la nuova normativa proposta dal Consiglio dei Ministri, e recepita dal Ministero dell'Istruzione e del Merito, veniva abrogato l'articolo 74/3 del decreto legislativo 297/94, che stabiliva un minimo di 200 giorni di lezione in un anno scolastico, portandoli a 250.

E’ bastato lanciare il sasso e molti ci hanno abboccato. Del resto martedì è stato anche il giorno dell’allerta meteo “bluff”, con scuole chiuse in alcune zone nel catanese e nel messinese. Giornata che poi è trascorsa senza particolari problemi con semplici piogge sparse e non di lunga durata. Un ulteriore giorno di lezione perso e studenti nuovamente a casa. È sembrato un pesce d’Aprile anche questo, ma a differenza della notizia dei 50 giorni di scuola in più, ai ragazzi il giorno libero per l’allerta meteo non è certo dispiaciuto.

Proprio le continue chiusure dovute alle allerte meteo e i tanti giorni di lezione che ormai si perdono tra disinfestazioni, ponti, scioperi e assemblee stanno portando a molte discussioni sui social tra chi è pro e chi è contro il recupero di queste giornate perse. Qualcuno si è persino divertito a mettere in bocca al Ministro la frase “i giorni persi per le allerte meteo saranno recuperati in estate”. Parole non vere, ma che a molti sono sembrate credibili, così come la notizia dei 250 giorni minimi di scuola. 

Poniamoci allora queste domande: se poniamo che quello della Tecnica della Scuola non fosse stato un pesce d’aprile e che le parole di Valditara fossero state vere, come si potrebbe organizzare l’anno scolastico? Davvero sarebbe possibile inserire ben 50 giorni “di recupero”? 
Cerchiamo di dare delle risposte, partendo però da una quasi certezza: l’anno scolastico di minimo 250 giorni non si farà mai. Se un Ministro o un politico penserebbero solo per un istante a quest’opzione si ritroverebbero in pochi minuti sotto attacco dai sindacati, dai docenti e dagli studenti. Sarebbe una normativa troppo impopolare, che farebbe arrabbiare quasi tutti gli operatori della scuola. Quasi tutto il mondo della scuola gli si rivolterebbe contro, non sarebbe certamente votato alle prossime elezioni. Ma non solo… probabilmente anche gli operatori turistici non sarebbero contenti, perché significherebbe per molte famiglie avere un lasso di tempo più ristretto per andare in vacanza.

50 giorni in più di scuola sono infatti quasi due mesi: da qualche parte nel calendario scolastico si devono trovare. Da dove potrebbero prenderli gli istituti? La soluzione più logica sarebbe quella di prolungare le lezioni anche per tutto il mese di giugno e a luglio. Un’altra opzione potrebbe essere quella eliminare la settimana corta (per gli istituti che la attuano) andando a scuola anche di sabato. Così si recupererebbero infatti circa 35-40 giorni (si diminuirebbero certamente anche i ponti).

Due opzioni che certamente non farebbero contenti gli studenti, che non aspettano altro che le vacanze estive per riposarsi. Dire loro che si dovrebbe continuare a venire in classe fino a metà Luglio sarebbe forse inaccettabile (e chissà quanti continuerebbero a venire considerando il caldo). Peggio ancora sarebbe forse eliminare buona parte dei ponti, o diminuire i giorni di vacanza a Natale e Pasqua. Molte famiglie infatti partono in quel periodo e ciò inciderebbe molto negativamente come detto anche sul guadagno degli operatori turistici.

Insomma, allerte meteo o no, il calendario scolastico non sembra essere destinato a modificarsi, con buona pace di chi critica i docenti per i troppi giorni di vacanza goduti durante l’anno e con chi evidenzia il fatto che il basso livello d’istruzione di alcuni ragazzi dipenda proprio dai pochi giorni di scuola.