Oggi è la Giornata del Ricordo, istituita 21 anni fa per onorare per onorare le vittime delle foibe e il dramma dell’esodo degli italiani da Istria e Dalmazia. È stato scelto il 10 febbraio in concomitanza con la firma del trattato di pace che nel 1947 ha formalizzato il passaggio di sovranità di questi territori dall’Italia alla Jugoslavia.
Un avvenimento storico che non tutti i ragazzi conoscono, perché se ne parla poco nelle scuole. Nel corso degli anni, molte iniziative hanno cercato di coinvolgere sempre di più le scuole di ogni ordine e grado, ma in questi giorni alla precisa domanda “conosci le foibe?” oppure “cosa si celebra nelle giornata del ricordo?” molti under 20 non hanno le idee chiare.
Intervistando ragazzi delle scuole di secondo grado della provincia di Catania è emerso che più del 50% infatti ammette di non sapere rispondere, il 35% lo confonde con il giorno della memoria, mentre solo il 8% sa che cosa si celebra. Ma se a questo 8% viene chiesto di spiegare nel dettaglio cosa sono le foibe o cosa successe in quei giorni la percentuale diminuisce drasticamente. Quasi l’83% inoltre dichiara di aver sentito della celebrazione soltanto nei telegiornali, ma di non averne mai sentito parlare a scuola.
A cosa è dovuto questa poca conoscenza generale tra i giovani?
La confusione non deriva solo dalla complessità dei fatti, che, per semplificarli, etichettiamo come “foibe”, ma richiede anche una certa comprensione del contesto storico, vale a dire la differenza tra un impero multinazionale (l'Impero Austro-Ungarico) che governava i territori del “confine orientale” e lo Stato-Nazione (l’Italia) che gli è succeduto dopo la Prima Guerra Mondiale, e come questo cambiamento abbia avuto effetti destabilizzanti sulle relazioni tra le diverse etnie e nazionalità presenti.
La narrazione prevalente nella sfera politico-mediatica propone questa visione: le foibe rappresentano un capitolo della nostra storia che è stato oscurato dalla censura nei decenni successivi e che ora è fondamentale riportare alla luce nella memoria collettiva. Tuttavia, la comprensione che ne ricavano generalmente gli studenti è piuttosto confusa: sembra che nel passato ci sia stata una sorta di amnesia collettiva, per ragioni non chiare, riguardo a una serie di eventi che vengono di volta in volta definiti genocidio, pulizia etnica, vendetta o violenza di stato.
In particolare, la difficoltà per docenti e docenti nell'affrontare questa storia è dovuta alla loro intenzione di non aderire a un discorso pubblico di natura celebrativa e nazionalista, il quale, piuttosto che «conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dai loro territori degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale» (Articolo 1, Legge 92 del 30 marzo 2004), sembra ignorare la realtà storica di questi luoghi, promuovendo una visione distorta, patriottica e genericamente anticomunista degli eventi. Di conseguenza, in classe si tende a evitare del tutto l’argomento.
Secondo noi di Sudpress di questo avvenimento sarebbe bene che se parli invece, sia a scuola che a casa. E accogliamo favorevolmente le iniziative promosse dal Ministero dell’Istruzione e del Merito nel proprio sito.
Tra queste spicca il Concorso nazionale “10 febbraio” volto a promuovere l’educazione europea e la cittadinanza attiva e a sollecitare l’approfondimento della storia italiana attraverso una migliore conoscenza dei rapporti storici, geografici e culturali nell’area dell’Adriatico orientale.
Rivolto a tutte le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, prevede anche la premiazione delle classi vincitrici.
Altra iniziativa che sottolineiamo è quella rivolta ai docenti. Secondo noi è importante che la trasmissione della conoscenza parta proprio da loro, e sono loro i primi che devono conoscere bene l’argomento. Per questo è stato organizzato un seminario nazionale rivolto ai docenti al fine di promuovere una maggiore conoscenza della storia del confine orientale italiano, approfondendo aspetti del patrimonio culturale, storico e letterario delle terre di confine.